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Indagine sul servizio di Illuminazione Pubblica nelle grandi città Italiane (ottobre 2013)

In data 24 ottobre 2013, l'Agenzia ha trasmesso ai Consiglieri Capitolini, al Sindaco ed alla Giunta una indagine, condotta in collaborazione con Federutility, sulle caratteristiche del servizio di illuminazione pubblica nelle grandi città italiane (Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari), con raccolta di dati originali presso le amministrazioni locali e i soggetti gestori.
Il benchmarking fra gli indicatori di servizio mostra come Roma, nonostante i recenti incrementi, sia ancora caratterizzata da livelli medio-bassi di luminosità e di frequenza media dei punti luce sulle strade, mentre gli indicatori di efficienza tecnica, che esprimono il flusso luminoso degli impianti e quello medio per energia impiegata, sono abbastanza omogenei, anche se individuano tre situazioni differenti: una più efficiente per Firenze e Bari, una medio-alta per Roma, Milano e Torino, mentre Palermo resta a livelli decisamente inferiori.
Per quanto riguarda la spesa, quella riferita a Roma Capitale riguarda il corrispettivo dell'attuale contratto di servizio, ma non comprende gran parte degli investimenti e delle manutenzioni straordinarie.

Gli indicatori della spesa unitaria (anno 2011) vedono Roma fra le città più care, seconda dopo Milano, sia in relazione alla spesa per punto luce (256 euro/pl), sia per unità di flusso luminoso (15 euro/Mlumen).
La rarefazione dei punti luce, però, fa sì che i cittadini serviti per punto luce sono più numerosi che nelle altre città e quindi la quota del costo annuo imputabile al singolo cittadino romano (meno di 20 euro) sia nella media delle grandi città.
Sul fronte dei guasti, nonostante la progressiva riduzione dei tempi di intervento, nella capitale i tempi effettivi medi di riparazione sono più lunghi rispetto a quelli dichiarati dalle altre città, e tuttavia gli standard contrattuali sono così larghi che le penalità applicate per adempimenti oltre i tempi previsti rappresentano solo una frazione millesimale dell'importo del servizio (30mila euro nel 2011 e 26mila nel 2012).
L'indagine, che affronta anche il tema dei rilievi formulati dall'Antitrust nel dicembre 2012, si conclude con una serie di osservazioni e proposte all'Amministrazione Capitolina sugli accordi contrattuali, sia riguardo i livelli di servizio (standard di qualità per la gestione dei guasti non competitivi e non incentivanti) sia soprattutto sul fronte dei costi unitari (superiori rispetto alla media, non competitivi, scarsa trasparenza e chiarezza).