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Laboratorio Roma. Presentazione del progetto

6/7/2020

“Laboratorio Roma” consiste in una serie di pubblicazioni dove vengono rielaborati e messi a sistema i risultati dei monitoraggi e delle indagini sui servizi erogati a Roma durante questo particolare periodo, che l'Agenzia ha svolto a partire dalle prime fasi dell’insorgere della pandemia. L’obiettivo è trarre spunti da utilizzare per reagire prontamente e più selettivamente in caso di eventuali ulteriori emergenze, ma anche per ottimizzare i servizi in condizioni di normalità e valutare alcuni sviluppi permanenti dell’approccio all’utilizzo degli stessi. A partire da oggi e fino al 17 luglio 2020 saranno pubblicati i seguenti approfondimenti tematici:

0 - Introduzione
1 - Comunicazione e digitalizzazione
2 - Servizi di prossimità e Farmacie Comunali
3 - Verde Pubblico
4 - Igiene urbana
5 - Cultura
6 - TPL e mobilità


0 - Introduzione. La gestione dell'emergenza

L’emergenza sanitaria ha costretto i più in casa per circa due mesi, senza preavviso e senza alcuna esperienza analoga cui fare riferimento. Governo e amministrazioni regionali e locali si sono trovati quindi a muoversi in un campo assolutamente sperimentale, dove anche le indicazioni dei medici specialisti e delle autorità sanitarie nazionali e internazionali erano spesso discordanti. In questo contesto incerto, la libertà personale, in particolare quella di spostamento, è stata fortemente limitata a scopo precauzionale, con ripercussioni importanti su gran parte delle attività economiche, sui percorsi scolastici e formativi dei giovani, sulle attività sportive organizzate e più in generale sugli equilibri personali di ampie fasce della popolazione. Forti ripercussioni si sono avute, ovviamente, anche su tutti i servizi pubblici locali la cui fruizione si è sensibilmente ridotta.

Le città per due mesi sono sembrate ferme, con effetti visibili principalmente in termini di forte riduzione del traffico veicolare e personale, ma con una popolazione residente inalterata cui le amministrazioni hanno dovuto garantire i principali servizi, ove possibile sostituendo servizi di sportello, spettacoli, esposizioni ed eventi sociali con modalità di fruizione digitale. Alcune attività lavorative pubbliche e private hanno potuto essere organizzate in telelavoro, mentre la chiusura della maggior parte degli esercizi commerciali ha indotto un’accelerazione degli acquisti on line con consegna a domicilio, forma organizzativa promossa anche per alcuni servizi locali quali le biblioteche e le farmacie comunali. I parchi e i luoghi di aggregazione culturale e ricreativa sono stati chiusi, l’offerta di trasporto pubblico locale è stata rimodulata e ridotta, la produzione dei rifiuti ha visto un incremento proporzionale dell’apporto delle utenze domestiche rispetto alle non domestiche, mentre l’igiene urbana è stata implementata andando a garantire anche la raccolta domiciliare indifferenziata dei rifiuti dei cittadini contagiati e gli interventi extra TaRi di sanificazione delle strade.

La riapertura è tuttora cauta, al pubblico viene raccomandato possibilmente il distanziamento e/o l’uso della mascherina, che alla fine di questa esperienza sembrano essere le precauzioni essenziali e determinanti. Il timore di un nuovo acutizzarsi dell’epidemia dopo il periodo estivo rimane, ma nei confronti del futuro si può fare tesoro dell’esperienza vissuta, per limitare le restrizioni a quelle realmente necessarie ed efficaci, salvaguardando la salute, l’economia e l’equilibrio sociale.

I romani e l’emergenza. Come avviene nel caso di molti servizi pubblici, l’atteggiamento e la collaborazione della popolazione locale sono stati molto importanti ai fini dell’efficacia delle misure di contenimento del contagio. La popolazione romana ha dimostrato di essere piuttosto disciplinata nei confronti delle restrizioni e delle precauzioni raccomandate tanto che, su oltre 500mila controlli svolti dalla polizia locale fra marzo e aprile, sono stati riscontrati comportamenti sanzionabili solo nello 0,3% dei casi.

Da un’indagine svolta dall’Agenzia a marzo, le restrizioni da subito più sofferte sono risultate il divieto di passeggiare e spostarsi liberamente (81% degli oltre 1.000 romani intervistati) e la chiusura degli esercizi di ristorazione (29%), che – col senno del poi – si sarebbero potute mitigare raccomandando e applicando il distanziamento e l’obbligo di mascherina nel primo caso, mentre nel secondo è stata fortemente condivisa dalla popolazione la scelta dell’amministrazione capitolina di estendere la concessione di suolo pubblico per svolgere ristorazione all’aperto nella fase 2 (d’accordo l’87% su un campione di 1.800 romani).

A maggio, dopo due mesi di chiusure, i romani – oltre alla libertà di passeggiare, spostarsi e andare a cena fuori con gli amici – non vedevano l’ora di riappropriarsi delle vacanze e dei fine settimana fuori città, dello sport e dello shopping, mentre non mostravano molta fretta di tornare a usare i mezzi pubblici e neanche di frequentare cinema e spettacoli, eventi sportivi, musei ed esposizioni. Praticamente unanime (97%) è stata la richiesta di riaprire i parchi, magari in una prima fase con le cautele del distanziamento.

Circa un terzo dei romani ha apprezzato alcuni effetti collaterali di questo strano periodo, come la riduzione del traffico e dell’inquinamento, ma anche la città più pulita e la vita meno caotica. Per mantenere in parte queste esternalità positive, una grande maggioranza della popolazione sarebbe favorevole a mantenere ove possibile lo smart working (87%) e proseguire il processo di digitalizzazione dei servizi (95%).

Il 58% dei romani a maggio dichiarava di essere molto o abbastanza preoccupato per il futuro, prevalentemente per la prospettiva economica (57%), mentre la salute veniva al secondo posto (51%). Queste indicazioni sono molto pertinenti, perché una seconda ondata di chiusure potrebbe avere effetti negativi importanti sulle attività economiche e produttive. La selettività degli interventi, la circoscrizione delle chiusure a singoli cluster, la raccomandazione del distanziamento, dell’uso della mascherina e lo svolgimento dei controlli sono tutte misure che potrebbero rendere più sostenibile e tollerabile la risposta a un’eventuale ulteriore emergenza, specialmente tenendo conto di importanti fattori di efficacia come l’atteggiamento disciplinato della popolazione e anche la condivisione espressa dai romani nei confronti delle misure del distanziamento e dell’uso della mascherina.

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In questo articolo si parla di: Laboratorio RomaVita in città

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